Hai una saponetta ?

Centro HabanaSiamo rimasti al punto in cui, affamati e disfatti dal viaggio, ci eravamo decisi ad andare a cercare qualche leccornia locale per rifocillarci.

Indirizzati dal nostro padrone di casa decidiamo di andare in una piazza vicino alla nostra abitazione dove qualche locale sarebbe dovuto essere ancora aperto e così ci incamminiamo per strette e buie vie trafficate da un via vai di autoctoni incuriositi dalla nostra presenza.

Nonostante gli avvertimenti delle varie guide turistiche – online e cartacee – non ci facciamo mancare di inciampare – se non cadere – in nessuna delle tipiche trappole riservati ai turisti:

  1. anziana signora che ci rincorre chiedendoci, insistentemente, se possedevamo una saponetta da regalarle. Proprio noi che, dopo più di 10h di volo, una sommaria ripulita e una temperatura – anche se eravamo di sera – in grado di farci trasudare quanto umanamente possibile, potevamo sembrare di tutto fuorchè dei possessori di strumenti atti alla pulizia personale … La stessa signora, poichè quella strada la percorreremo anche nei giorni a seguire, non mancherà di insistere con la sua richiesta ad ogni nuovo incontro;
  2. vari autoctoni interessati alla nostra nazionalità, da quanti giorni fossimo all’Avana, per quanti giorni saremmo rimasti e così via. Tutta una serie di domande atte raggiungere la consapevolezza del “conosci il tuo pollo e spennalo per bene“;
  3. venditori di qualsiasi cosa tra cui sigari, sigarette e altro;

Felici di essere riusciti – più o meno – ad evitare il grosso delle trappole per turisti arriviamo, finalmente, nella famosa piazzetta che troviamo stracolma di gente intenta a rifocillarsi allegramente.

Chiedendo la disponibilità di un tavolo al primo locale che ci capita scopriamo – però – che è tardi per mangiare e che a quell’ora ci si può al limite sedere per prendere qualcosa da bere.

bambino cubano

L’informazione ci lascia tristi e sconsolati e mentre pensiamo al da farsi eccoci piombare la trappola per turisti numero 4: un grosso omone ci si avvicina e ci dice che – poco distante da lì – avremmo trovato un ottimo ristorante in cui poter mangiare. Ovviamente la trappola consiste nel fatto che l’omone prenderà una percentuale per aver procacciato dei clienti ma la cosa ci sta anche bene e quindi accettiamo.

Inizialmente ci indica solo la strada ma poi, mentre ci incamminiamo, ci si incolla al fianco e incomincia a parlare fitto con uno di noi e, con questa scusa, ci accompagna per varie centinaia di metri finchè arriviamo al Ristorante Don Lorenzo.

Si tratta di un bel ristorante nel quale mangiamo, tra le altre cose, il coccodrillo (dal gusto identico al pollo) ma siamo un pò preoccupati per il “nostro amico” del quale sospettiamo stia per propinarci la trappola per turisti numero 5: sedersi con noi e farsi offrire cena e cocktail.

Piatto a base di coccodrillo

Mentre meditiamo su cosa ordinare l’omone ci chiede un favore spingendoci, così, verso la trappola per turisti numero 6. Il nostro amico ci dice di avere dei parenti in Italia, a Torino in particolare, e ci chiede la cortesia di spedirgli una sua foto una volta tornati a casa. Secondo le guide questa è una tipica richiesta che viene fatta al turista italiano in visita a Cuba.

Acconsentiamo riuscendo, così, a liberarci momentaneamente di lui visto che non aveva la foto con sè e doveva tornare a casa a prenderla.

Il colpo di fortuna arriva poco dopo: l’omone torna ma non ci si fila più! Insieme a lui c’è una giovane coppia di turisti italiani, meno sospettosa e reticente di noi, e infatti dopo averli fatti entrare e accomodare nel locale si fa subito servire un bel mojitoW offerto da loro.

Finito di sbranare il nostro coccopollo lo salutiamo velocemente e scappiamo via lasciando la giovane coppia a fare un pò di sana esperienza

Se vuoi dire la tua ... DILLA!

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