Chengdu : everybody loves Chengdu Panda

Un aereo preso a tarda sera ci porta alla nostra tappa successiva: Chengdu.

Il volo è tranquillo e appena scesi troviamo facilmente il bus che ci porta in centro. Scesi dal pullman veniamo, però, assediati dai tassisti a caccia di clienti, quello che si interessa a noi é particolarmente aggressivo e dopo aver letto la nostra destinazione dal foglio che gli faccio vedere insiste per volere 30 Yuan senza voler usare il tassametro. Nonostante si tratti di una piccola cifracirca 3€ – sono infastidito dai suoi modi e dal fatto che non voglia usare il tassametro ragion per cui rifiuto la sua offerta e mentre il tizio mi urla dietro prezzi al ribasso saliamo sul taxi di un discreto vecchietto che per 10 Yuan ci porta a destinazione al Sim’s Cozy Garden Hostel.

L’ostello è molto carino seppur forse eccessivamente caotico: ogni angolo è occupato da cartelli, avvisi, messaggi, contenitori per la raccolta di qualche cosa dando all’ambiente un aspetto leggermente incasinato. Anche questa volta la nostra stanza non è più disponibile. Siamo arrivati tardi ed è stata data via anche se – ci assicura il ragazzo alla reception – il giorno dopo potremo finalmente entrarne in possesso. Per la prima notte – però – ci tocca una singola nella quale ci sistemiamo alla bene e meglio.

Il giorno dopo prenotiamo subito la nostra visita al Giant Panda Breeding and Research Center, il motivo principale per la quale siamo venuti a Chengdu. I tour partono molto presto – alle 7.30am si parte dall’ostello – perchè ai panda viene dato da mangiare all’alba e quello è il momento migliore per osservarli visto che dopo tendono a rimanere pigramente immobili. Prenotata la gita ci dedichiamo alle visite della splendida città.

Come prima cosa andiamo al Monastero Wenshu yuan, costruito nel settecento e dedicato al Dio della Saggezza. Dopo aver passeggiato per i suoi decoratissimi padiglioni ci fermiamo per il rituale del té nel monastero.

Questo si svolge in uno splendido giardino pieno di tavoli occupati da cinesi intenti a chiacchierare e sorseggiare la calda bevanda.

Dopo aver pagato alla cassa ricevo due coppe contenenti le foglie del té essiccate e due coperchi. Ci sediamo ad un tavolo e dopo poco un monaco, che incessantemente gira per i tavoli con una grossa teiera di metallo, passa e ci riempie le coppe di acqua calda. Con il passare del tempo scopriamo che – anche se quasi piene – il monaco continuerà a riempircele fino all’orlo finchè non verranno coperte dall’apposito coperchio.

Usciti dal tempio giriamo per le vie limitrofe ricche di negozietti e botteghe.

Il pomeriggio è dedicato alla visita di un secondo stupendo tempio: Qingyang Gong. Si tratta del principale tempio taoista di Chengdu costruito nel IX secolo. L’area occupata dal tempio e dai suoi padiglioni è molto grande e la sua visita ci porta via gran parte del pomeriggio.

Completata la visita facciamo una passeggiata per le vie limitrofe, si tratta di un quartiere molto bello di recente costruzione che riproduce fedelmente l’aspetto di un antico quartiere della città. Le strette vie lastricate di sassi sono piene di edifici d’epoca – ricostruiti – botteghe e negozi di ogni genere e, ovviamente, non mi faccio sfuggire l’occasione di provare qualche strana leccornia locale.

Allontanandoci dal quartiere ricostruito decidiamo di visitare il quartiere tibetano che però non ci entusiasma. Si tratta di vie moderne in cui capita di vedere, saltuariamente, qualche monaco passeggiare o negozi dedicati alla vendita degli loro abiti religiosi tipici.

La sera – consigliati dalla ragazza della reception – tentiamo un ristorante poco lontano dall’ostello. Il posto – ci rendiamo presto conto seppur troppo tardi – è troppo chic e infatti la cena – neanche troppo buonaci costa uno sproposito (per gli standard cinesi): 20€ in due. La portata principale è un piatto pieno di gamberoni e chicchi di mais tutto abbondantemente ricoperto di pastella fritta che noi, per affetto nei confronti dei nostri fegati, decidiamo di rimuovere.

Il giorno dopo è finalmente tempo di andare a visitare il Giant Panda Breeding and Research Center. Partiamo prestissimo con un piccolo bus e durante il viaggio la nostra guida cinese ci racconta con un buon inglese qualche notizia sui panda. Arriviamo dopo una mezz’ora all’ingresso del parco che ospita i nostri amici dalle occhiaie perenni e dopo una piccola passeggiata veniamo deliziati dalla vista dei panda che fanno colazione con il bambù. Il parco è molto bello e gli spazi dedicati agli animali sono ampi e ben tenuti. Alcuni panda si sdraiano a pancia all’aria per afferrare il bambù anche con le zampe posteriori e lo spettacolo è tenerissimo.

La visita prosegue attraverso altre zone del parco nelle quali è possibile osservare i panda intenti nelle loro attività quotidiane (dormire e mangiare), il reparto maternità dove vediamo dei panda appena nati e si completa con il museo e un piccolo filmato introduttivo sui panda.

A mezzogiorno siamo nuovamente all’ostello, lasciata la stanza e i bagagli in deposito facciamo una passeggiata per il centro. Mangiamo in un piccolo ristorante di un centro commerciale e finiamo con il ritrovarci in Tianfu Square, una grossa piazza dove enormi fontane effettuano bellissimi giochi d’acqua sincronizzati con una opera lirica cinese diffusa da potenti altoparlanti disposti intorno alla piazza stessa.

In lontananza, immobile nella pietra, una enorme statua di Mao Tse-tung ci osserva dall’alto.

Prima di prendere l’aereo per LijiangW, la nostra tappa successiva, facciamo una capatina nella zona tecnologica della città alla ricerca di qualche affare ma – ahimè – non troviamo nulla di interessante per cui – tornati in ostello – prendiamo il taxi per l’aeroporto lasciandoci alle spalle i nostri amici panda.

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